mercoledì 3 agosto 2011

Pensare a luce spenta


"Rannicchiato sul letto. Sembro chiuso in un uovo anche se di spazio ce ne sarebbe in abbondanza. Preferisco stare così, mi sembra un auto-abbraccio.
Sì, io, solo, abbraccio me stesso…
Occhi chiusi, serrati, sforzo tutti i possibili muscoli della faccia per cercare il buio. Così finalmente io posso non pensare a niente. 

Per quanto tempo si può non pensare a niente? Poco credo. In realtà neppure prima sono riuscito a non pensare a niente: pensavo a come facessero certi vecchietti a stare in casa per ore e ore, con la tv spenta e il silenzio accesso, a non pensare apparentemente a niente. Forse non è vero, non si può non pensare a niente.

Ritorno al pensiero che volevo ricacciare non pensando a niente. E penso alle migliaia di strade che la mia vita potrebbe percorrere. È troppo buio ora, vorrei avere una luce che le illumini. Follemente, mani tra i capelli, premo sul mio cuoio capelluto sforzandomi di scorgere una luce, illudendomi che possa accendersi da un momento all’altro. Vorrei vederle, le strade della vita, immaginarne l’arrivo e valutare con l’ausilio del così detto “senno di poi”, la migliore.
Forse dovrei semplicemente avere la forza di aprire gli occhi, allungarmi nello spazio, camminare…
Non c’è luce più chiara di quella del sole. 

Le mie palpebre si alzano in concomitanza con l’apertura dei miei polmoni.
Apro gli occhi e sospiro contemporaneamente.
In un istante mi accorgo di sapere dove andare.
Devo smettere di pensare, devo andare.
Spesso il pensiero ossessivo trasforma un'unica strada in un bivio".

© Anto Superbat

5 commenti:

  1. il senno di poi è l'assassino che viaggia sempre al mio fianco...XD...ma tanto siamo fatti per sbagliare :)...belle le immagini nel buio!

    RispondiElimina
  2. hai ragione Super, devo anche io imparare ad andare di più e pensare di meno...
    come sempre, foto meravigliose!

    RispondiElimina
  3. Augusto carissimo, mi sa che noi due abbiamo un po' di cose in comune... grazie, come sempre! :)

    RispondiElimina
  4. il non-pensiero come tu dici (ne parlava anche Aristotele!) non esiste. Come si potrebbe non pensare? Non si può negare il pensiero, perché negandolo staremmo comunque pensando.
    I pensieri però a volte si attorcigliano troppo, intricandosi in nodi difficili da slegare, intrecciano le possibili vie da percorrere e, fermandosi a pensare, non se ne sceglie neanche una. Ma magicamente coesistono tutte quante: sono tutte possibili. Questo stato evanescente deve però durare poco, e come dici tu,
    "In un istante mi accorgo di sapere dove andare.
    Devo smettere di pensare, devo andare."

    Perché la nostra testa sa dove vuole andare, veramente.

    Bravissimo anche qui!

    RispondiElimina