lunedì 29 dicembre 2014

Precipitiamoci


Quando il fondo sarà a pochi centimetri 
potremmo alzare la testa 
guardare il cielo da lontano
vederlo scuro e immaginarlo chiaro
pulire la sofferenza raggrumata in lacrime 
tentare di asciugare le ali umide
lanciarci 
provare a volare,
ma il vuoto durerebbe un attimo 
il tempo di un passo
in basso. 
Se avessimo il coraggio 
di tanto in tanto
di guardarci da lontano
col capo chino
ma il collo ritto 
le ali in tasca
ma lo stomaco agitato dalla speranza
e se riuscissimo ad avere in quel momento
 l’obiettività di vederci infelici,
avremmo il coraggio di lanciarci 
quando la nostra realtà non è il penultimo gradino di una discesa
ma  ancora un piedistallo.
Avremmo più tempo per precipitare
e per imparare a volare. 

© Anto Superbat


sabato 22 novembre 2014

Quando incontrammo la natura


Ci fermammo 
e in silenzio scrutammo
sentendoci meno di piccoli
e più invisibili di trasparenti
come gocce d'acqua in una borraccia
di viaggiatori stanchi
dinnanzi a una sorgente senza confini.
Più inutili 
delle parole
che non dicemmo.



domenica 5 ottobre 2014

Fine giornata


L'aria lercia dei pensieri di giornata
ansima tra capelli sconosciuti
sembra un uragano.
Ricadono nel vortice ...

le pene in seno a gente dal capo chino.
Il viso resta teso o meglio indifferente
per abitudine e per adulto contegno,
da grandi basta poco per ritornare piccoli.
I movimenti della metro sono bruschi
ma sembrano un cullare,
come avere una pianta a casa
e convincersi di essere in un giardino,
cupe farse terresti.
Ognuno
ha fissato un punto,
dalle pene
in dissolvenza
sono comparsi i sogni
ognuno
pare un bambino che trascorre l'estate
nel tentativo vitale di spostare col pensiero
qualsiasi oggetto che a tiro gli capita
e si perde ogni giorno in un sentiero
la fantasia
mentre sua madre nella stanza accanto
recita, come ogni sera, un cantilena
"Ave oh Maria...".
E fugge di mano
al bambino
anche l'ultimo tentativo
il colpaccio settembrino
della scuola spostare l’inizio.
E non sfugge
ai sognatori di fine giornata
l’arrivo della giusta fermata
per ripiegare i sogni non c’è tempo
si accartocciano da soli alla bell’e meglio
si adagiano in un atrio o in un ventricolo
hanno anche scelta,
in tutta fretta
si torna a casa.


© Anto Superbat

lunedì 22 settembre 2014

Cose che non si fermano

Quanto mi piace
l'idea del tempo che passa
della terra che gira intorno al sole
della luna che gira intorno alla terra
di me che giro per il mondo
e a volte per l'universo vago.

Le cose vive non si fermano
il cuore che spinge il sangue
il cervello che frena il cuore
un buon motivo che diventa azione
nei polmoni la ventilazione
e neppure la secrezione
di afflizioni.
Le cose vive non si fermano
anche le lacrime poi scendono
gocciolano
si perdono altrove
per la soddisfazione
di chi è vivo
e non si ferma.

© Anto Superbat


domenica 4 maggio 2014

Imparare dal volo





Saltando imparerai dal tuo stesso volo
che non c'è uomo più sincero
di colui che sotto ai piedi non ha suolo.

© Anto Superbat


domenica 2 febbraio 2014

Esploratore


L'angoscia del cielo
è l'arrivo del sentiero
eppure non ha dubbi
un animo selvaggio.
È come un cannocchiale
la cima a pochi metri
lo splendore di sentirsi piccoli
in uno spazio privo di confini
immaginare ancor più in là
sopra le nuvole,
attraverso la nebbia,
oltre la montagna,
al di là dell'orizzonte,
dentro un uomo,
tutto.