domenica 5 ottobre 2014

Fine giornata


L'aria lercia dei pensieri di giornata
ansima tra capelli sconosciuti
sembra un uragano.
Ricadono nel vortice ...

le pene in seno a gente dal capo chino.
Il viso resta teso o meglio indifferente
per abitudine e per adulto contegno,
da grandi basta poco per ritornare piccoli.
I movimenti della metro sono bruschi
ma sembrano un cullare,
come avere una pianta a casa
e convincersi di essere in un giardino,
cupe farse terresti.
Ognuno
ha fissato un punto,
dalle pene
in dissolvenza
sono comparsi i sogni
ognuno
pare un bambino che trascorre l'estate
nel tentativo vitale di spostare col pensiero
qualsiasi oggetto che a tiro gli capita
e si perde ogni giorno in un sentiero
la fantasia
mentre sua madre nella stanza accanto
recita, come ogni sera, un cantilena
"Ave oh Maria...".
E fugge di mano
al bambino
anche l'ultimo tentativo
il colpaccio settembrino
della scuola spostare l’inizio.
E non sfugge
ai sognatori di fine giornata
l’arrivo della giusta fermata
per ripiegare i sogni non c’è tempo
si accartocciano da soli alla bell’e meglio
si adagiano in un atrio o in un ventricolo
hanno anche scelta,
in tutta fretta
si torna a casa.


© Anto Superbat

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