venerdì 21 ottobre 2011

Per capire la concretezza dell'amore: "La felicità domestica", Lev Tolstòj



Prima di addentrarsi in questo libro è bene conoscere almeno vagamente, qual erano le idee di Tolstoj sull’amore:

“Mi pare che la maggior parte delle persone che si innamorano si trovano l’un l’altra in questo modo: si vedono spesso, civettano entrambi, e finalmente si convincono di essere innamorati rispettivamente l’uno dell’altra; e soltanto dopo di ciò, per la gratitudine che suscita in loro questo amore immaginario, cominciano ad amarsi reciprocamente.”
(Tratto da una lettera, scritta da Tolstoj a Andréevna, la sua fidanzata).

martedì 18 ottobre 2011

Umidità negli occhi, umidità nell'anima



Ci sono giorni in cui vorresti dormire anche se la parola “dormire” non è proprio esatta. Avresti bisogno, per la verità, del sonno di cui si parla nelle favole, quello frutto di un incantesimo.

martedì 11 ottobre 2011

Non abbiamo capito niente



Mi fermo.
Riposo ma non solo.Osservo. 
I miei occhi catturano immagini come se inalassero aria, hanno il fiatone. Lacrimano.

Quando si è giovani non si ha tempo, non si più frenare la corsa.
Perché?!
Se solo ci fermassimo ad osservare ciò che ci circonda con l’ottimismo di una vita da vivere, ci regaleremmo il senso di tutta la corsa. Un fiore che sboccia; un uccello che cinguetta; una donna che cerca la mano di un uomo con il sogno negli occhi che sia lui, il suo destino.
Respirare il senso della vita è l’unico modo per comprenderla.

La beffa è che ad un certo punto l’ordinario corso dell’esistenza impone di fermarsi, con la malinconia e il rancore di chi non vorrebbe guardare ciò che doveva apprezzare.

Siamo uomini, ci godiamo la bellezza solo quando siamo obbligati a farlo.
Altrimenti corriamo, a testa bassa. 

© Anto Superbat

martedì 4 ottobre 2011

Felicità OGGETTIva (un’ingannevole storia d’amore)


Comprare la propria felicità regalando a se stessi degli oggetti è inseguire affannosamente un piacere artificiale, apatico, sterile.
Se solo ci fermassimo a pensare… Tale piacere è dovuto a un momentanea infatuazione tra un essere umano ed un essere inanimato.
Vai a dormire felice guardando il tuo oggetto sul comodino, forse. 
Ti svegli e lui è ancora lì, non corre a donarti un abbraccio o a prepararti con tenerezza la colazione. Ti ritrovi con la felicità fumante sparita dal cuore. Tu e il tuo oggetto vi siete lasciati, è finito l’amore. L’unico vantaggio è che non devi neppure comunicarglielo, lui lo sa.
Comprare una cosa senz’anima per dipingersi un sorriso procura lo stesso piacere che si proverebbe con una prostituta:  la felicità OGGETTIva è orgasmico piacere del cuore; è un viaggio su un fascio di luce; è un cibo che mangi senza gustare; è un inizio che tiene al guinzaglio la fine.