lunedì 28 marzo 2016

Il taccuino

C’è un posto segreto in cui si può essere se stessi. Pessimi o magnifici, sensibili.
Dentro quest’armatura di carne c’è un posto, che non so individuare, dove sono racchiusi pensieri di inumani momenti e idee fantastiche di periodi sublimi.
C’è un posto segreto in cui io posso scrivere me stesso ed è il mio taccuino. Il prolungamento della mia coscienza, dei miei vizi. miserie e virtù. Delle volte penso a quando non ci sarò più e sorrido pensando a quando qualcuno leggerà. Mi auspico abbia l’apertura mentale per considerare i miei appunti, le poesie e le parole sparse come il fulcro più sincero di un uomo.
Ieri ho scritto qualcosa che parla di me (come quasi tutto ciò che scrivo), anche se incita altri.


NON SMETTERE
Non restare a guardare
con gli occhi spalancati e pupille immobili
i sogni che ti passano davanti
afferra il tuo
guardatevi
e qualunque cosa tu stia facendo
portalo nel mondo
tenendolo per mano come un bambino con il suo palloncino.
Siate gemelli siamesi
litigate e sudate
insieme.
Apprezza la sua invadenza
senza temere per la sua sopravvivenza
le sconfitte
devi sapere
hanno il potere di renderlo caparbio. 
Non cedere al tossico piacere di avere un sogno da sognare
per sempre.
Non relegarlo ad antidolorifico
unguento miracoloso
di cui ricoprirsi quando tutto è andato storto
una luce artificiale
in fondo ad un tunnel di rinunciatari.
Non turbarti
se un giorno lo troverai un poco lercio
le cose reali sia alimentano d’impegno
sarà forse il momento di mescolarlo alla realtà
e tu non smettere di chiamarlo
sogno. 

                                          © Anto Superbat

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