Se il cielo si potesse toccare io lo accarezzerei, ci sfregherei la mia guancia perché sento che sarebbe di seta. Le nuvole invece sarebbero cumuli di lana e le stelle brandelli di velluto.
Se il cielo si potesse toccare la luna sarebbe una sarta e io le chiederei di poter dormire su di una nuvola, una notte. Lo chiederei anche per te. Sono certo che la luna guarderebbe la lucentezza dei nostri occhi e l’amore dei nostri sorrisi e ci indicherebbe la nuvola più soffice.
Poi con la goffa tenerezza di una madre con qualche chilo di troppo e con la frenesia delle grandi occasioni sposterebbe alcune stelle ricucendole nella posizione più giusta per permetterci di ammirarle al meglio.
Se il cielo si potesse toccare e la luna fosse una sarta, lei, compirebbe un ultimo gesto prima di tornare immobile al suo posto: sposterebbe dinnanzi ai suoi occhi piccole nuvole, per discrezione non per fastidio.
Io ti bacerei con l’amore più grande e con la passione più pura.
Col mio capo sul tuo ventre dormirei, cullato del movimento del tuo respiro.
Solo il giorno interromperebbe l’armonia perfetta di un cielo vestito d’elegante notte e pulsante d’eterno amore. Ci catapulterebbe in un letto mai abbastanza soffice, sotto un soffitto pallido e senza luci di velluto.
Eppure... Eppure io ti bacerei ugualmente: con l’amore più grande e con la passione più pura.
Eppure... Eppure io ti bacerei ugualmente: con l’amore più grande e con la passione più pura.
Effimera è la cornice, eterna è la sostanza.
© Anto Superbat
SI' la "cornice" è "leggera"...ma anche il "pensiero" lo è...e ad ogni bacio...c'e' sempre una nuova cornice...:)...bellissime parole...un bacio da mamma a te e alla tua bellissima Palmira :)
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