venerdì 19 agosto 2011

Sartoria notturna



Se il cielo si potesse toccare io lo accarezzerei, ci sfregherei la mia guancia perché sento che sarebbe di seta. Le nuvole invece sarebbero cumuli di lana e le stelle brandelli di velluto.

Se il cielo si potesse toccare la luna sarebbe una sarta e io le chiederei di poter dormire su di una nuvola, una notte. Lo chiederei anche per te. Sono certo che la luna guarderebbe la lucentezza dei nostri occhi e l’amore dei nostri sorrisi e ci indicherebbe la nuvola più soffice.
Poi con la goffa tenerezza di  una madre con qualche chilo di troppo e con la frenesia delle grandi occasioni sposterebbe alcune stelle ricucendole nella posizione più giusta per permetterci di ammirarle al meglio.

Se il cielo si potesse toccare e la luna fosse una sarta, lei, compirebbe un ultimo gesto prima di tornare immobile al suo posto: sposterebbe dinnanzi ai suoi occhi piccole nuvole, per discrezione non per fastidio.
Io ti bacerei con l’amore più grande e con la passione più pura.
Col mio capo sul tuo ventre dormirei, cullato del movimento del tuo respiro.

Solo il giorno interromperebbe l’armonia perfetta di un cielo vestito d’elegante notte e pulsante d’eterno amore. Ci catapulterebbe in un letto mai abbastanza soffice, sotto un soffitto pallido e senza luci di velluto. 
Eppure... Eppure io ti bacerei ugualmente: con l’amore più grande e con la passione più pura.

Effimera è la cornice, eterna è la sostanza.

© Anto Superbat

1 commento:

  1. SI' la "cornice" è "leggera"...ma anche il "pensiero" lo è...e ad ogni bacio...c'e' sempre una nuova cornice...:)...bellissime parole...un bacio da mamma a te e alla tua bellissima Palmira :)

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