giovedì 15 ottobre 2015

Ultimissimi pensieri sulla mostra e la storia di quando ho incontrato uno dei migliori poeti contemporanei


Ho pensato di organizzare una mostra poetico-fotografica in occasione della sagra a Cusano Mutri, un sabato mattina, all'improvviso. Subito l'ho avuta davanti agli occhi così com'è stata realmente.  
Si dice che il pensiero creativo sia frutto di fasi preliminari in cui si rimugina e si macchina quasi incoscientemente su ciò che si vuole realizzare. Ad un certo punto qualcosa s'accende e tutto accade: in quell'istante il mondo sembra un amico che ti vuole veramente bene, t'abbraccia e ti dà importanti pacche sulle spalle e poi ti invita a sdraiarti sul divano per godere del tuo spettacolo tracannando birra.
C'è però una verifica, un controllo da superare, che ci dice se davvero il pensiero è creativo e nel caso della mostra è la reazione di chi c'è stato. Non oso ricopiare qui commenti che persone sconosciute hanno lasciato sul mio taccuino perché per quanto sia egocentrico, non amo chi si incensa ed educo me stesso all'umiltà. Dico solo che c'è stato un mondo (non come quantità ma come eterogeneità) di persone nella stanza che ha ospitato la mostra e tante mi hanno abbracciato con parole entusiaste o toccate. Tanti parevano quell'amico che compare nel momento creativo. Era proprio lui, mi pare.




Mentre organizzavo il tutto c'erano momenti in cui mi chiedevo se avrei fatto una brutta figura o peggio ancora come avrei reagito se la mostra fosse passata inosservata. Quando mi sono ricordato la storia di quello che io considero uno dei più grandi poeti viventi mi sono rilassate ed ho cominciato a godere del mio spettacolo. 
La storia è questa: una sera andai ad ascoltare il reading di questo poeta che oltre ad essere uno dei migliori poeti contemporanei (lo ripeto) è dotato di una voce fantastica che sembra darti una scossa ed una carezza contemporaneamente. Purtroppo la poesia non è poi così compresa né diffusa se non sprazzi buttati qua e là sui social (invito tutti ad acquistare libri anche di poesia, non abbiate paura, cercate quella che fa per voi, non è vero che la poesia non si capisce).
Il punto è che attorno a questo poeta c'era pochissima gente e lui era seduto da solo, in disparte, a fumare. Mi avvicinai e mi presentai. Trovai una persona umile, entusiasta del posto e della possibilità di portare la propria arte anche solo ad un gruppo sparuto di persone. E pensare che io ero in imbarazzo, dispiaciuto per lui. 
Fece uno spettacolo di due ore, alla grande, senza risparmiare se stesso né i musicisti che lo accompagnavano. Ho sentito spesso dire in giro che per gli artisti veri l'arte ha il suo senso anche se c'è solo uno spettatore.
Vivere quella serata è stato come entrare in questo insegnamento, un po' come se un complemento oggetto diventasse predicato verbale.  
Vincenzo Costantino Cinaski, GRAZIE! 

Quando si espone qualcosa l'entusiasmo non può, dunque, e non deve cambiare in base alla quantità di chi concede la propria attenzione. Anche solo uno che comprende e/o subisce ciò che si vuole comunicare, dà motivo alla creazione di esistere ed eventualmente permanere nel tempo; permette inoltre di superare quella VERIFICA che ogni pensiero creativo, che pretende di uscire dalle mura del proprio domicilio, deve necessariamente superare.


                                                              © Anto Superbat

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