Sorge insieme ogni giornata, mentre il sole fa la
guardia sulla casa che abitiamo.
Prendo vita alle 6:00 come ogni mattina. L’orologio
dell’abitudine.
Regalo il primo minuto a me stesso, godo pienamente
del passaggio dal sonno alla veglia.
Ti osservo dormire. È un sonno leggero, a volte
inquieto. Sembri un paracadutista che dopo aver volato sta per arrivare a
terra. Anche tu stai per riprendere i sensi. Spero sempre che avvenga mentre ti
osservo. E’ mia premura essere presente nel momento in cui passi dai sogni alla
realtà.
Meriti un’accoglienza che attutisca il colpo.
Nei minuti che seguono il risveglio le tue palpebre si
accartocciano ripetutamente, addomestichi la vista. Le tue labbra dipingono un
sorriso. Ti sforzi, ne sono a consapevole, vuoi regalarmi un disegno pacifico.
Mi stai accogliendo.
Nel nostro letto siamo più fragili di una barchetta di
cartapesta in mare aperto e questo ci rende speciali, ci doniamo quello che di
noi il mondo non conoscerà mai.
D'improvviso l’incantesimo si spezza, il tempo è
scaduto. E’ tardi! E dal primo “è tardi” sarà sempre tardi.
Indossiamo l’armatura di tutti:
ci alziamo,
laviamo,
facciamo colazione,
prendiamo la macchina,
andiamo a lavoro,
mangiamo,
lavoriamo
mangiamo,
andiamo a dormire.
Non sto male tra la gente ma sto meglio da solo, con
te.
L'armatura di tutti...
RispondiEliminaMolto efficace.
"Nel nostro letto siamo più fragili di una barchetta di cartapesta in mare aperto e questo ci rende speciali, ci doniamo quello che di noi il mondo non conoscerà mai."
RispondiEliminadavvero bello questo batpostpensiero :)
(non avevo visto che avevi usato la foto che ti ho scippato io :D )
Grazie naimablu! Mi sa che ci piacciono le stesse foto e meno male :)))
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