lunedì 19 marzo 2012

Il vero anticonformismo è conservare un senso critico: “Un giorno questo dolore ti sarà utile” di Peter Cameron


Un libro sulla crescita di un adolescente (diciottenne) di nome James. Spocchioso e sicuro, in realtà nasconde un disagio.

Il protagonista è costruito benissimo, mi ha convito! Per buona parte del libro, James nella sua diversità (annoiato e alienato ma allo stesso tempo genuino) sembra essere il più normale rispetto al resto dei personaggi: padre, madre, sorella e comparse varie.
Rifiuta il conformismo ma è solo una ribellione momentanea. James insegna ad essere convinti di ciò che si è; l'importanza delle parole e del donare confidenza a poche persone, quelle giuste e fidate (come sua nonna); a svolgere una vita normale, facendo scelte concrete, ma affrontarla in maniera non conformista. 
Sviluppare un accentuato senso critico porta a prendere decisioni libere. James non tiene conto di ciò che la collettività presenta a tutti come “strada ovvia da intraprendere a tutti i costi” (hai l’opportunità di andare all’università? Devi andarci!). Il pensare a ciò che si vuole fare della propria vita, scegliere la propria felicità e non farsela imporre, mettere in discussione appassionatamente tutto e avere alcune consapevolezza dei pregi e dei limiti della società, tutto questo costa fatica ma è vivere pienamente perché è vivere consapevolmente.

I dialoghi sono brillanti, a tratti piacevolmente grotteschi.
Ci sono riflessioni che mi hanno entusiasmato tantissimo. “Un giorno questo dolore ti sarà utile” è uno di quei libri che arricchisce e per questo motivo vale la pena leggerlo.

Ps se si giudica il libro tenendo presente che vari aspetti sono stati tralasciati (punto di vista assolutamente sbagliato, a mio parere, per farsi un’idea rispetto a ciò che Cameron vuole comunicare) si potrebbe dire che è inconcludente.


Alcune citazioni (le frasi più belle) del libro: “Questo dolore ti sarà utile” di Peter Cameron

“Senti, se tua madre ha una virtù è che la tristezza le passa in fretta”

- Non voglio vivere con persone così.
- Così come?
- Come te.

"Il crogiolarsi nell'analisi della propria vita sostituisce l'atto stesso di viverla"

“Mi sono detto, ci sono cose nella vita che non vuoi fare ma devi fare lo stesso; non puoi fare sempre quello che ti pare e andare dove ti pare. La vita non funziona così, e questo è uno dei momenti in cui non hai scelta.”

“La gente pensa che se riesce a dimostrare di avere ragione l’altro cambierà idea ma non è così.”

“Mi attirava molto l’idea di lavorare in una biblioteca, un luogo dove la gente è costretta a parlare sottovoce e solo quando necessario. Magari il mondo fosse così!”

“Non essere triste mi sembra una sorta di fatica erculea.”

"Non sono psicopatico (anche se non credo che gli psicopatici si definiscano tali) è solo che non mi diverto a stare con gli altri. Le persone, almeno quelle che ho visto fino adesso, non dicono granché di interessante. Parlano delle loro vite, e le loro vite non sono interessanti. Quindi mi secco. Secondo me bisognerebbe parlare solo se si ha da dire qualcosa di interessante o di necessario."

“Ci sono persone che si sentono a disagio se stanno in silenzio e si affrettano a riempirlo pensando che qualsiasi cosa sia meglio di niente, ma io non sono così. Io in silenzio mi sento a mio agio.”

“Sono sana come un pesce. Chissà perché poi i pesci devono essere sani.”


"A volte le brutte esperienze aiutano, servono a chiarire che cosa dobbiamo fare davvero. Forse ti sembro troppo ottimista, ma io penso che le persone che fanno solo belle esperienze non sono molto interessanti. Possono essere appagate, e magari a modo loro sono anche felici, ma non sono molto profonde. Ora la tua ti può sembrare una sciagura che ti complica la vita, sai... godersi i momenti felici è facile. Non che la felicità sia necessariamente semplice. Io non credo, però, che la tua vita sarà così, e sono convinta che proprio per questo tu sarai una persona migliore. Il difficile è non lasciarsi abbattere dai momenti brutti. Devi considerarli un dono - un dono crudele, ma pur sempre un dono."


"Avrei voluto che la Grand Central fosse una stazione di passaggio come Penn Station, così il treno avrebbe continuato in viaggio e io con lui, magari senza scendere da nessuna parte, senza arrivare mai. Avrei passato il resto della mia vita in transito, protetto dal treno, mentre questo mondo impossibile e disgraziato sfrecciava fuori dal finestrino."





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