Coltivare passioni sul ciglio della strada che quotidianamente si calpesta, significa trasformare quella strada in un sentiero e avere attorno un giardino, come quelli dei quadri di Monet, dove fermarsi di tanto in tanto
e respirare,
e scrutare,
non più soltanto terra bruciata.
Mentre scrivo penso a quante volte le passioni si prendono cura delle persone più di quanto facciano altre persone o semplicemente in maniera diversa, solitaria o meglio, silenziosa.
Tutto questo preambolo è per dire che
io
ho
la passione della fotografia
e come semplicissimo appassionato, conscio di limiti tecnici e senza ridicole pretese ne vorrei parlare. Per nessun motivo in particolare, magari per condivisione o accumulare ricordi.
Vorrei farlo scrivendo, di tanto in tanto, di ciò che c'è dietro a una mia fotografia. Quel momento creativo e di puro istinto che seppur rapido ha una durata maggiore del click della mia Canon e prevede un contesto e delle azioni. La rubrica sarà etichettata in questo blog con "Dietro LA FOTO" e so già che a volte le parole potranno essere tante, a volte poche ad ogni modo proverò ad appuntarle qui.
Era l'estate del 2011 e come lussuriose passioni estive anche questa (più spirituale) ha preso vita a fine vacanza.
Stanco e annoiato, seduto di fronte ad una grande vetrata, cominciai a scattare foto con una fotocamera compatta, una Sony. Ricordo che sin dalle prime prove rimasi piacevolmente colpito dal controluce e dai riflessi. Quando vidi passare di fronte a me una bambina beatamente irrequieta continuai a scattare e compresi in quell'istante cosa volesse dire aver scattato "LA FOTO"; quella che tra tante esprime al meglio concetti o sensazioni di un posto o di una situazione. E provai la soddisfazione creativa che solo "LA FOTO" può dare. Insomma, PROVAI PASSIONE.
Ovviamente in quel momento subii tutto senza capire ma decisi che di lì a poco avrei avuto la mia reflex.
La ebbi in regalo il che fu molto meglio.
Anto Superbat
io
ho
la passione della fotografia
e come semplicissimo appassionato, conscio di limiti tecnici e senza ridicole pretese ne vorrei parlare. Per nessun motivo in particolare, magari per condivisione o accumulare ricordi.
Vorrei farlo scrivendo, di tanto in tanto, di ciò che c'è dietro a una mia fotografia. Quel momento creativo e di puro istinto che seppur rapido ha una durata maggiore del click della mia Canon e prevede un contesto e delle azioni. La rubrica sarà etichettata in questo blog con "Dietro LA FOTO" e so già che a volte le parole potranno essere tante, a volte poche ad ogni modo proverò ad appuntarle qui.
LA PRIMA FOTO
Ogni storia ha il suo inizio e quella mia con la fotografia credo (sfido chiunque a dire il momento esatto dell'inizio di un'amore) sia iniziata all'aereoporto di Palma de Mallorca.Era l'estate del 2011 e come lussuriose passioni estive anche questa (più spirituale) ha preso vita a fine vacanza.
Stanco e annoiato, seduto di fronte ad una grande vetrata, cominciai a scattare foto con una fotocamera compatta, una Sony. Ricordo che sin dalle prime prove rimasi piacevolmente colpito dal controluce e dai riflessi. Quando vidi passare di fronte a me una bambina beatamente irrequieta continuai a scattare e compresi in quell'istante cosa volesse dire aver scattato "LA FOTO"; quella che tra tante esprime al meglio concetti o sensazioni di un posto o di una situazione. E provai la soddisfazione creativa che solo "LA FOTO" può dare. Insomma, PROVAI PASSIONE.
Ovviamente in quel momento subii tutto senza capire ma decisi che di lì a poco avrei avuto la mia reflex.
La ebbi in regalo il che fu molto meglio.
Anto Superbat
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