sabato 24 dicembre 2011

Il bastian contrario e il pensatore pretenzioso



- Del Natale mi piace l’idea. Solo l’idea.
- E poi?
- E poi quando devo sorridere per forza mi infastidisce.
- E chi te lo dice di sorridere?
- Le luci, ad esempio. Le vedi appiccicate alle vetrine, alle ringhiere dei balconi, nelle piazze. A tutti sembrano dire: “divertiti” a me sembrano dire: “cercati un abbraccio”. Sembrano delle piccole cappelle con tante candele accese.
- Vedi la Chiesa nelle luci di Natale?
- Ma no, ci vedo un invito al raccoglimento che sia spirituale o come dire? Familiare...
- E quindi?
- Non voglio essere obbligato a far niente in un periodo dell’anno deciso a tavolino. Non voglio sentirmi a disagio inseguendo abbracci di chi ti viene incontro con le mani proiettate in avanti per offrirti un pacchetto. Il Natale mi fa sentire un pescatore in un mare senza pesci.
- Il Natale è un’opportunità.
- Di cosa?!
- Di lasciarsi andare, di immaginare, di esercitare la fantasia. Il punto è: farlo con sincerità.
- In che senso?
- La città truccata con le luci natalizie, i cui accostamenti cromatici sono alcune volte più che strambi, mi sa di altrove. È insolita, anormale. Sembra buffa. Mi ricorda una donna con il rossetto sbavato. È tenera, materna.
- Parole vuote, mio caro. Il Natale è suggestione di spensieratezza.
- Tutti i sentimenti possono essere suggestioni, anche l’amore.
- Bah, non credo.
- E poi mai scambiare l’obbligo con l’opportunità. Tu non sei obbligato a far nulla, hai l’opportunità di fare qualcosa, poi scegli tu se e come farla.
- Non capisco, a te piace o no il Natale?!
- Ok, a molti non piace! Lo ammetto, così come ammetto che io non ho ancora capito che sentimenti nutro nei confronti del Natale. Di sicuro credo che sia una lente d’ingrandimento posata sulle vite di ognuno. Tutto è acuito: quelli soli si sentiranno abbandonati, quelli felici appagati, i poveri si sentiranno ancora più umili e i ricchi mangeranno gratis senza troppi pensieri. Detto questo per galleggiare in questo mare d’ovvietà, per non lasciarsi andare alle forzature, noi tutti, a prescindere dalla condizione materiale e morale di partenza potremmo pensare di vivere altrove. In un nuovo mondo immaginario: quello dei bambini. Non a caso il Natale è la nascita di un Bambino.
- Non credo in Gesù!
- Io sì e comunque non è necessario che tu ci creda per farti capire come la penso.
- Dicevi?
- Dicevo che i bambini sono istinto e hanno gli occhi della curiosità. Guardano le luci, restano incantati. Poi di tanto in tanto guardo il cielo confidando in una neve improvvisa. Incoscienti di tutto il resto.
- Non è concreto, non è reale! Tutti si aspettano gli auguri, il regalo, le abitudini formali.
- Sei sicuro che non desidererebbero un abbraccio, lo stesso che vorresti tu? Alcuni uomini a Natale mi sembrano come quegli innamorati che non riescono a rivelarsi, a chiudere gli occhi ad avvicinare le proprie labbra e unirle per la prima volta. Allora si osservano di nascosto oppure si lamentano con gli amici.
- Quindi?
- Non diamo per scontato di essere gli unici a volere un Natale diverso. Viviamolo come vogliamo, senza aspettarci niente di più di ciò che gli altri scelgono, con naturalezza, di darci. Cominciamo a cambiare noi. E valutiamo con cura a chi regalare il dono più grande che il Natale umano, quello schiavo della società che abbiamo creato, ci fa: il tempo forzatamente libero!
- Per cui non mi sbaglio se nelle luci ci vedo un abbraccio.
- Io dico che se nelle luci ci vedi un abbraccio e vai a stringere qualcuno stai già cambiando il senso del Natale. Un po’ più bambino, più puro.
- Forse hai ragione. E comunque a capodanno andrò a dormire! Questa storia di festeggiare un giorno normal...
- Fai benissimo!!!


PS Non so in chi dei due tizi vi riconoscerete, ad ogni modo vi auguro un NATALE SINCERO E LUMINOSO! 

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