Quando il fondo sarà a pochi centimetri
potremmo alzare la testa
guardare il cielo da lontano
vederlo scuro e immaginarlo chiaro
pulire la sofferenza raggrumata in lacrime
tentare di asciugare le ali umide
lanciarci
provare a volare,
ma il vuoto durerebbe un attimo
il tempo di un passo
in basso.
Se avessimo il coraggio
di tanto in tanto
di guardarci da lontano
col capo chino
ma il collo ritto
le ali in tasca
ma lo stomaco agitato dalla speranza
e se riuscissimo ad avere in quel momento
l’obiettività di vederci infelici,
avremmo il coraggio di lanciarci
quando la nostra realtà non è il penultimo gradino di una discesa
ma ancora un piedistallo.
Avremmo più tempo per precipitare
e per imparare a volare.
© Anto Superbat
potremmo alzare la testa
guardare il cielo da lontano
vederlo scuro e immaginarlo chiaro
pulire la sofferenza raggrumata in lacrime
tentare di asciugare le ali umide
lanciarci
provare a volare,
ma il vuoto durerebbe un attimo
il tempo di un passo
in basso.
Se avessimo il coraggio
di tanto in tanto
di guardarci da lontano
col capo chino
ma il collo ritto
le ali in tasca
ma lo stomaco agitato dalla speranza
e se riuscissimo ad avere in quel momento
l’obiettività di vederci infelici,
avremmo il coraggio di lanciarci
quando la nostra realtà non è il penultimo gradino di una discesa
ma ancora un piedistallo.
Avremmo più tempo per precipitare
e per imparare a volare.
© Anto Superbat